RIPROPONIAMO AI NOSTRI LETTORI IL DICIOTTESIMO EPISODIO DI SUPERMEGABOY!
Era un pomeriggio di fine estate a Firenze City, Adalberto Nabucco e Facundo Mostarda stavano andando a fare una scampagnata in auto nel Mugelloshire per riposarsi dalle fatiche della vita da supereroi, ed erano quasi arrivati nel ridente paesino di Ronta Village, quando accostarono l’auto ai margini di un campo di grano perché necessitavano di liberare la vescica e non essendoci in zona latrine o ritirate, ognuno se n’andò alla ricerca di un albero, e Adalberto incrociò un pero mentre Facundo fu costretto a guadare un fossato a carattere torrentizio per raggiungere un fico, e mentre alfine annaffiava una cicoria selvatica si accorse che lì accanto alcune spighe di grano erano misteriosamente piegate a capo all’ingiù e allora si allungò col collo e, oltre a urinarsi sulle scarpe, vide che quelle depressioni formavano dei lunghi solchi nel campo, così per meglio osservarli salì sul fico con un salto senjutsu e si accorse che quegli infossamenti di spighe erano in realtà tanti cerchi che formavano una grande 'D' e pensò che potesse trattarsi di una bizzarra pratica di agricoltura biodinamica, e così tornò all’auto dove trovò Adalberto già seduto al posto di guida, ma il genio informatico se ne stava muto con le chiavi in mano e si guardava in giro come se stesse aspettando qualcuno, e Facundo gli chiese se si sentisse bene e Adalberto si voltò e riuscì faticosamente a metterlo a fuoco, e lo scrutò perplesso e gli chiese chi fosse e Facundo gli disse il suo nome ma Adalberto non ebbe alcuna reazione e allora Facundo fu costretto a raccontare di quando si erano conosciuti
e quello che avevano fatto insieme, e dopo una buona oretta Adalberto batté le mani felice e si complimentò con l’amico per la sua grande capacità di essere anonimo, ché non l’aveva proprio riconosciuto, e così ripartirono ma visto che era quasi l’ora di cena e che i loro stomaci avevano preso a rumoreggiare, il genio informatico bloccò l’auto non appena incrociarono all’ingresso del paese una vecchia dimora a tre piani e, aggrediti ormai dai crampi della fame si trascinarono fino all’angusto portone decisi a chiedere cibarie e magari un posto per la notte, e suonarono il campanello ma nessuno rispose, e siccome il portone era Leggi tutto →