RIPROPONIAMO AI NOSTRI LETTORI IL QUATTORDICESIMO EPISODIO DI SUPERMEGABOY!
Era un pomeriggio di mezza estate nella vasta e umida Lapponia finlandese quando Facundo Mostarda, dopo aver vagato per ore in balia di feroci raffiche di vento, con il corpo rivestito da uno spesso strato di brina e lo shampoo sugli occhi, raggiunse un allevamento sami di renne, intanto a Firenze City nel suo laboratorio segreto, a circa 3500 km di distanza, Adalberto Nabucco aveva appena ricevuto un pacco dal commissariato di polizia contenente tutto il materiale raccolto sul misterioso caso dei due tentati suicidi, e così ne tirò fuori i verbali, una foto della finestra del seminterrato da cui si era gettato il ragazzo e una del frullatore in cui la ragazza aveva messo la testa, i cd degli Impaled Saint, il pollo arrosto e un bigliettino di Franco Cannone con su scritto che quegli oggetti erano gli originali, non ne esistevano copie, ma che per quanto lo riguardava li poteva usare come zeppe per tavoli traballanti, e così il genio informatico dispose tutto sulla scrivania e cominciò a rimuginare, e più rimuginava più si diceva che era una situazione drammatica ed era suo dovere anche in assenza di Supermegaboy aiutare quei giovani innocenti, e rimuginò così intensamente che si appisolò e crollando esausto sulla scrivania infilò la testa nel pollo arrosto, e proprio in quel momento
squillò il telefono e Adalberto, con il pollo al posto della testa, afferrò la cornetta e se la portò all’altezza dell’ala e con voce lievemente cavernosa chiese chi fosse e dall’altra parte c’era Franco Cannone che urlava disperato perché era assediato da tutti i giornalisti di Firenze City che lo accusavano d'inefficienza e incapacità, e sì che lui ne aveva fatti sbattere in galera una decina, ma quei dannati giornalisti erano troppi, e quindi l’unico modo per uscirne era risolvere il caso, insomma era costretto ad alzare il culo e a fare qualcosa ma non sapeva cosa, e quindi l’unica speranza era o che il colpevole la smettesse da solo di spingere i ragazzi al suicidio oppure che a Firenze City accadesse qualcosa di più grave tipo un attentato terroristico o un disastro ambientale, così quei fottuti giornalisti avrebbero smesso di rompergli i coglioni e avrebbero pensato ad altro, e poi gli chiese dove fosse finito Supermegaboy e perché non era lì a indagare sul caso, ma sfilandosi il pollo dalla testa Adalberto gli disse di non preoccuparsi, che il supereroe di Firenze City sarebbe tornato Leggi tutto →